giovedì 2 dicembre 2010

Un natale da 20.000 euro con Trivago

Trivago, il famoso sito di comparazione prezzi che quest'estate ha invaso tutte le rete mediaset e non solo, regala quest'anno per Natale 20.000 euro...
Come fare?
Per avere una spiegazione dettagliata su questo evento e capire come fare per la registrazione vi invito a leggere questo post, sperando che sia veramente un Natale ricco per tutti!
E se non saranno proprio 20.000 euro, almeno che sia una tredicesima un po' più consistente!
Buona Fortuna!

martedì 16 novembre 2010

La spiaggia di Juan Le Pins

Devo ammettere che le spiagge che ho visto in Costa Azzurra durante la settimana di Ferragosto non temono il confronto con quelle della riviera adriatica.
Peccato che il confronto sia riferito alla massa turistica che occupa ogni centimetro cubo della spiaggia.
Mi riferisco in questo caso alla spiaggia di Juan Le Pins, ma la stessa opinione potrei scriverla anche per le spiagge di Antibes.
Sapevo che Juan Le Pins era una località balneare molto battuta, ma non credevo fosse così paradossale.
La spiaggia in questione non è proprio piccola valutandola nel senso della lunghezza, anche perchè mi sembrava di aver letto sulla guida EDT che fosse lunga tre chilometri, non pochi quindi.
Ma è larga dieci passi: dieci passi fino all'acqua che però diventano un'avventura spaventosa visto che ci sono teli mare ovunque.
Tra un persona e l'altra non c'è libertà di movimento.
Tra me e me ho pensato che fosse la soluzione ideale per chi vuole conoscere gente nuova o farsi gli affari del vicino.
La cosa più assurda sono i pontili che sono stati creati dai bar con lo scopo di accogliere i clienti: ecco che allora con 20 euro al giorno hai il tuo sdraio e il tuo ombrellone, ma sempre sopra il pontile devi stare.
La spiaggia è un mix di sabbia e sassi, comunque sempre coperta dai teli mare.
L'acqua non era male, ha comunque sempre l'azzurro intenso da cui prende il nome la costa.
Prezzi non proprio a favore dei turisti, sia per quanto riguarda i noleggi delle attrezzature varie, sia nei locali.
Avevo con me il costume visto che avevo messo in preventivo una giornata di relax al mare..ma quando ho visto la spiaggia ho capito che addentrarsi in quel caos voleva dire stressarsi, altro che rilassarsi.
Ho optato per una passeggiata sul lungomare e una coppa di gelato in centro.
A meno che non siate amanti del caos, questa spiaggia è proprio da evitare, sopratutto nella settimana di ferragosto.
Tra l'altro è stato anche difficile trovare un posto dove lasciare l'auto.

venerdì 12 novembre 2010

Notre Dame de la Garde

Siamo a Marsiglia, nella zona del porto vecchio che aspettiamo che il bus turistico che fa il giro della città si decida a partire.
Una leggere pioggerellina estiva ci accompagna da quando siamo arrivati.
Continuiamo a guardare lassù, verso la collina de la Garde: è alta e se andiamo a piedi arriviamo sfinacati...meglio aspettare il bus.
Dopo un' ora il bus turistico decide che è ora di partire.
Durante la salita anche l'autobus arranca, non a caso la chiesa di Notre Dame de la Garde si trova su una collina alta 154 metri.
Da sempre questa collina è stata punto d'osservazione : in tempi preistorici era un posto di vedetta, nel quindicesimo secolo fu eretto un forte per volere di Francesco I come difesa marittima di Marsiglia.
Oggi non è solo un simbolo sacro, ma è proprio il simbolo che domina Marsiglia.
Notre Dame de la Garde nasce come santuario che nel corso degli anni viene ampliato fino a diventare una basilica per poter ricevere il grande afflusso di pellegrini che la visitano.
Questa basilica si presenta con uno stile romanico-bizantino e si compone in due parti: la cripta, con volta ad arco, e il santuario consacrato alla Vergine.
La cosa che più affascina dal mio punto di vista è la policromia delle pietre e tutti gli archi che svettano verso il soffitto, artisticamente parlando.
Dal fattore culto invece quello che mi è rimasto più impresso è l'abbondanza degli ex-voto della cripta: decine e decine di targhe con ringraziamenti o richieste di protezione da parte dei marsigliesi.
Non ne avevo mai viste così tante messe insieme e una buona parte veniva da marinai che chiedevano la protezione della propria nave e di tutto l'equipaggio.
Praticamente una sorta vera e propria di collezione.
Nle piazzale davanti alla basilica ogni singolo turista rimane incantato dal panorama spettacolare che si ha sulla città.
Da qui consiglio di scendere a piedi verso il porto e lanciarsi alla scoperta delle vie e viette marsigliesi.

L'entrata alla Basilica è gratuita e vi sono ascensori per permettere l'accesso anche alle persone disabili.

mercoledì 22 settembre 2010

Il Ponte di Avignone


Di ponti famosi al mondo ne esistono tantissimi e tutti con un architettura particolare.
Ho avuto la fortuna di vederne alcuni tra cui il Ponte di Rialto e quello dei Sospiri a Venezia, il Ponte Vecchio di Firenze, il Ponte degli Alpini a Bassano del Grappa, il Ponte Scaligero a Verona...
Quest'anno però ho avuto modo di vedere un ponte legato ai miei ricordi delle scuole medie, quando ho iniziato a studiare francese.
Si tratta del Ponte di Avignone, da cui d'ispira la celebre canzone ''sur le pont d'Avignon, on y danse''.
Ammetto che la curiosità era tanta e appena ho varcato le mura della città ho cominciato a cercare i cartelli che lo segnalavano.
Con mio sommo stupore scopro che qui lo chiamano Pont Saint Bènezet (questo non mi ricordo proprio che la prof ce l'avesse mai detto).
In passato il ponte univa Avignone a Villeneuve, ma il Rodano con una prima piena spazzò via il ponte di legno, con una seconda si porto via 18 arcate costruite in pietra.
Non fu più ricostruito e quindi ora non resta che ammirare le quattro arcate che hanno fatto resistenza.
Oggi è considerato Patrimonio Mondiale dell'Umanità e ed è possibile visitarlo pagando un biglietto con cui vengono fornite audioguide.
Inutile dire che sopra il ponte c'era il mondo e che il fascino da li sopra si perdeva.
Me lo sono ammirato e rimirato meglio standomene seduta in riva al Rodano, vicino ad un gruppetto di anatre.
Da quel punto la vista era magnifica e me lo sono potuta fotografare da ogni angolazione.
In una delle estremità spicca la Chapelle St.Nicolas, una piccola chiesetta in stile romanico e gotico che conferisce al rudere rimasto una vena romantica.
A farla completa è stato il tempo che ci ha concesso una splendida giornata di sole ma priva di afa.

venerdì 3 settembre 2010

Kiryad Marseille

Il Kyriad Marseille Est Gemenos è stato il nostro secondo hotel nel nostro giro in provenza.
Così su due piedi lo potrei definire uno di quegli hotel che fanno parte di catene alberghiere economiche e che si trovano un po' in periferia.
In effetti, anche se Gemenos è un paese piccolo, l'hotel si trovava in periferia, nella zona sportiva.
Nonostante questo, per noi che avevamo l'auto, è risultato molto comodo, anche perchè vicinissimo all'autostrada.
Abbiamo soggiornato per due notti in una camera doppia.
L'hotel ( a due stelle) non vanta una presenza da urlo, però è pulito e accogliente.
Noi avevamo una camera a piano terra, vicino all'uscita e alla reception.
La camera era sobria, nè troppo grande, ma nemmeno piccola.Vi si accedeva col badge elettronico.
Appena entrati si ha l'armadio sulla sinistra, seguito dalla porta del bagno e poi dalla camera.
Letto matrimoniale comodo, e a finaco un lettino aggiunto che portava via spazio. Potevano anche toglierlo visto che eravamo solo in due, comunque l'abbiamo usato per metterci sopra le nostre cose.
La stanza era dotata inoltre di una doppia scrivania, una con specchiera, set con bollitore per the e caffè che si è rivelato molto utile.
Il bagno era spazioso, con box doccia, e sul lavandino era presente un piccolo set di cortesia.
Le pulizie venivano fatte accuratamente tutti i giorni.

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Nella struttura era presente un ristorante, del quale non ci siamo mai serviti perchè preferivamo uscire e mangiare altrove.
La piscina invece l'ha testata il mio compagno. Era piccola ma tenuta benissimo, con sdraio, ombrelloni e bar a bordo piscina. L'acqua comunque partiva dal metro e venti, quindi non adatta ai bambini, però per chi come noi tornava da una dura giornata in giro era un toccasana.

Il parcheggio non era sorvegliato, però a mezzanotte i cancelli venivano chiusi e per entrare si doveva suonare il campanello.
Alla reception ho sempre trovato professionalità in tutte le piccole cose.
Nei dintorni non c'è molto, solo fabbriche, altre catene alberghiere e un ristorante specializzato in carne alla brace.
In sostanza un hotel ideale per brevi soste, pulito ed economico.

giovedì 2 settembre 2010

Abbazia di Senanque


Per chi è stato in Provenza è difficile non aver mai visto l'abbazia di Senanque: è uno dei posti che compaiono più spesso nelle immagini delle cartoline.
E devo dire che, immersa tra la lavanda, fa proprio la sua bella figura.
Anche se purtroppo quando sono arrivata io in Provenza della lavanda rimaneva solo il profumo nell'aria, una visita all'abbazia ho voluto farla, anche perchè ero nei dintorni di Gordes, quindi molto vicino.
Non è stato difficile trovarla perchè da Gordes c'è un unica strada che arriva e comunque è ben segnalata.
Fondata nel 1148, è abitata tutt'ora da un esiguo gruppo di giovani monaci, uno infatti l'ho intravisto nel retro.
Non siamo arrivati in orario di messa, e comunque non si poteva visitare tutto l'interno.
Della chiesa era visitabile solo il pezzo d'entrata, e quindi non ci si poteva nemmeno avvicinare all'altare, comunque l'interno era abbastanza spoglio e austero, metteva quasi soggezione.
La zona più gettonata dai turisti era il negozio con tantissimi libri di vario genere e in varie lingue, alcuni prodotti a base di lavanda e profumi.
Tutti se ne uscivano con qualche acquisto, ma a me non sembrava sta gran cosa.
Tornando alla nostra abbazia cistercense, devo ammettere che la preferisco dal lato esterno, coi suoi giardini curati e questo suo aspetto austero che si nasconde in mezzo alla natura.
Sicuramente deve essere molto più suggestiva durante la fioritura della lavanda coltivata tutt'intorno, però ha il suo fascino anche durante gli altri periodi dell'anno.
Le visite guidate sono su prenotazione e non costano tanto, se avessi messo in preventino anche Gordes sicuramente l'avrei prenotata una visita interna approfondita.

mercoledì 1 settembre 2010

Sentier des Ocres - Roussillon

Dopo aver visto l'affascinante Colorado Provençal di Rustrel potevo forse lasciarmi sfuggire il sentiero delle ocre di Roussillon?
Ma certo che no! Eccoci dunque arrivare al villaggio rosso di Roussillon, che già da solo merita una visita.
Sulla destra troviamo il parcheggio a pagamento dove lasciare l'auto e la stradfina che conduce al sentiero dell'ocra.
Arriviamo alla cassa dove si paga l'ingresso e sborsiamo tre euro a testa (o quattro? non ricordo con precisione ma era una cifra così).
Ci incamminiamo giù per la scalinata che conduce alle montagne di ocra tra castagni, cespugli e pini marittimi.
Le formazioni rocciose sono una variegata tavolozza di colori nelle tonalità del giallo, arancione e rosso.
Verso sera i colori sono ancora più accesi e agli occhi si presenta veramente un paesaggio da favola.
Il percorso da seguire è unico e dura circa tre quarti d'ora, è abbastanza facile senza grossi dislivelli, quindi lo possono percorrere anche i bambini.
Tra l'altro questo posto piace tantissimo ai bambini, non solo agli adulti.
I colori sono magnifici e sono riuscita ad assistere ad una folata di vento che ha alzato al cielo i pigmenti giallo e rosso provocando una colorazione giallastra/arancione alle piante adiacenti.
Uno spettacolo stupendo tant'è vero che ho scattato un sacco di foto perchè ogni angolo di questo paesaggio mi sembrava imperdibile per non immortalarlo.
Molto alta anche l'affluenza di turisti, anche se ciò non toglieva nulla alla maestosità del posto.
Durante la percorrenza del sentiero è vietato fumare, lasciare rifiuti o raccogliere l'ocra, questo per preservare la bellezza di questo ambiente così magico.
In vari punti dislocati nel sentiero si trovano tabelle esplicative, in inglese e francese.
Io e il mio compagno siamo stati di accordo unanime nel confermare che questo sentiero delle ocre di Roussillon è stato tra le tappe più belle della Provenza.
Se vi capita di passarci, non lasciatevelo sfuggire perchè un posto così merita la visita.
Ve lo consiglio caldamente e non dimenticatevi di munirvi di una bottiglietta d'acqua da bere prima di partire.

martedì 31 agosto 2010

Bel Alp a Manosque



Il Bel Alp è stato il terzo e ultimo hotel su cui mi sono appoggiata per il mio tour Costa Azzurra-Provenza.
Avevo fatto una comparazione prezzi con Trivago e questo risultava essere tra i più economici e sopratutto aveva il parcheggio, quindi ho avviato la prenotazione tramite booking.
Dovevamo stare qui 3 notti, tra cui quella di Ferragosto,per un totale di 150 euro senza colazione.
Il giorno di Ferragosto arriviamo davanti all'hotel alle 16.00. Devo dire che non è stato difficile trovarlo, anche perchè a Manosque le indicazioni degli hotel sono precise precise.
Entro e trovo la reception chiusa, apriva alle 17.00. Però c'era la possibilità di fare il check in automatico.
Ho provato e riprovato ma la postepay non veniva accettata come pagamento, quindi decidiamo di andare a fare un giro in centro e di tornare dopo.
Alle 17 troviamo la reception aperta e dietro il bancone una ragazza giovane: ci chiede se volevamo la colazione tutti i giorni e alla nostra risposta affermativa ci presenta un conto di 186,00 euro, praticamente 6 euro a testa al giorno per la colazione.
Prendiamo possesso della nostra tessera-chiave e ci avviamo verso la stanza numero 109, quella che ci hanno assegnato.
Facciamo le scale esterne, passando davanti ad un distributore automatico di bevande e merendine che può sempre tornare utile, e saliamo al primo piano, però sul retro.
Di lato la vegetazione nasconde un ruscello.
Apriamo la prima porta e ci troviamo davanti altre tre porte, quella di destra è la nostra.
Entriamo nella camera e il primo impatto è stato poco felice, il secondo impatto desolante.
Da dove cominciare?
A destra una specchiera e subito dopo la finestra.
Cosa può avere una finestra che non va? Beh, una finestra col fermo che si apre di pochi centimetri per me ha tutto che non va.
Guardiamo poi il letto(dovrebbe essere una doppia) matrimoniale praticamente poco più grande del mio letto singolo, con comodini ai lati costituiti da due mensoline a muro della misura di 15 cm x 20 cm.
L'armadio era costituito da un vano aperto con qualche appendino, la scrivania invece era normale.
Veniamo al bagno, il vero orrore di quella camera.
Avete presente il bagno di un aereo? Ecco, si entra in questo spazio di un metro quadrato dove la doccia è separata dal water da una tendina di plastica. Tutto questo spazio è rivestito di plastica grigia a bolle.
La pistola della doccia mentre ci si lava bisogna tenerla in mano per forza perchè non esiste gancio su cui appenderla.
In un angolo un dispenser di doccia-shampoo.Il mio di shampoo lo dovevo appoggiare per forza sopra la tazza che si bagnava copiosamente mentre veniva usata la doccia.
Terribile, mi pareva di soffocare, come se non bastasse già la finestra che non si apriva.
Il lavandino e lo specchio erano in un altro angolo della stanza, cosa che ho trovato veramente scomoda.
Pavimentazione ovviamente in moquette.
Gli asciugamani venivano cambiati quotidianamente, però ne lasciavano solo uno piccolo e uno grande.
Letto scomodo perchè piccolo, altrimenti avremmo dormito anche bene perchè il materasso era abbastanza duro.
L'aria condizionata e la televisione andavano bene, ma della prima non c'era praticamente bisogno.
Veniamo alla colazione, che si consuma in un apposita saletta vicino alla reception.
Tutto a buffet: pane, fette,brioche,jogurt, burro,nutella,marmellata,affettati e bevande.
Le solite cose insomma ma tutto pulito e sempre disponibile.
Sul lato colazione mi potrei lamentare solo del prezzo.
Parcheggio: non custodito con una decina di spazi davanti alla struttura, ma con un parcheggio del supermercato proprio davanti.
Posizione: Manosque è un buon punto di partenza per visitare la Provenza.
L'albergo si trova a cinque minuti di cammino dal centro storico.
La sua posizione è ottima per chi come noi arriva in auto.
Durante la mia permanenza di tre giorni ho visto molti automobilisti e molti motociclisti che si fermavano solo la notte e ripartivano il giorno seguente.
In sostanza potrei consigliarlo solo se vi serve un letto per dormire, ma io opterei per altre soluzioni: all'ufficio turistico di Manosque hanno moltissimi indirizzi di chambre d'hote (b&b) che sono carinissime e a buon prezzo.
Un pregio (se vogliamo chiamarlo così)il Bel Alp ce l'ha avuto durante la mia permanenza, ossia che pur di non restare in camera un minuto di troppo, la mattina ci alzavamo prima che la sveglia suonasse e andavamo subito in giro, quindi alla fine ho visto molti più posti di quelli che avevo messo in preventivo.

lunedì 30 agosto 2010

Il Colorado Provençal a Rustrel

Sino all'anno scorso non conoscevo l'esistenza del Colorado Provençal di Rustrel, scoperto solo dopo averne visto alcune foto in un blog.
Sono rimasta così affascinata da quelle foto che ho cominciato a fare delle ricerche su internet per saperne di più.
Scopro che questo magnifico quadro della natura si trova in Provenza, ed esattamente vicino al villaggio di Rustrel.
Era da un po' che meditavo una vacanzina in Provenza e così mi sono organizzata un pochetto e a luglio decidiamo di partire per andare alla scoperta di questa terra: faremo la settimana di Ferragosto tra la Costa Azzurra e la Provenza.
Ovviamente il Colorado Provençal sarà una nostre tappe.
Per raggiungerlo noi avevamo la nostra auto, e quindi non saprei dire se è possibile arrivarci anche coi mezzi pubblici o con qualche gita organizzata, ma penso proprio di si.
Non fatichiamo molto a trovarlo, visto che già in lontananza si vedono le creste color ocra, e comunque la strada è ben segnalata.
Lasciamo l'auto al parcheggio dei mille colori che ci costa 4 euro per tutta la giornata, un prezzo ragionevole direi.
Al parcheggio ci danno anche una cartina dove sono segnalati i possibili sentieri,basta scegliere.
I circuiti disponibili sono tre: quello rosso di cinque chilometri e mezzo con una durata di 3 ore, quello nero di quasi quattro chilometri con una durata di 2 ore, e quello blu, il più semplice di 2 chilometri e 400 metri della durata di un'ora e un quarto.
Dopo esserci muniti di una bottiglietta d'acqua al bar, noi decidiamo di intraprendere il secondo circuito, quello nero.
Il percorso, ben segnalato, s'inoltra nei boschi, partendo con una breve ma ripida salitina.
Man mano che si procede in mezzo alla vegetazione, s'incominciano a vedere le prime formazioni rocciose che variano dal giallino al rosso fuoco,passando per un arancione acceso.
Quando si arriva alla zona chiamata ''deserto del Sahara'' si resta ammaliati dall'esposione di colori di queste cave di ocra, tradizionalmente usata come pigmento naturale per la colorazione del vasellame.
La nostra fortuna è stata anche la giornata: un bel cielo limpido che contrastava con i colori della terra.
Uno spettacolo visivo superbo, che vale la pena di vedere.
Nemmeno la grande affluenza di visitatori ha deturpato la bellezza di questo posto.
Bello, bello, bello!

venerdì 20 agosto 2010

Hotel del Pintor a Malaga

Nel mio soggiorno di cinque giorni a Malaga dovevo scegliere una struttura che non costasse una fortuna ma che fosse in centro.
Navigando un po' su internet trovo un accenno positivo in un blog sull'hotel Del Pintor.
Vado nel sito e resto affascinata dall'arredamento che si vedeva nelle foto.

Faccio un po' di comparazione prezzo su Trivago e lo trovo a 60 euro a notte: benissimo! Passo quindi alla prenotazione.
Arrivo il 3 agosto a Malaga e prendiamo un taxi per arrivare all'hotel visto che era l'una di notte.
Il tassista conosceva il posto e ci ha lasciati proprio davanti all'entrata.
Veniamo accolti da un giovane cortese che ci apre la porta ( a mezzanotte chiudono a chiave ma c'è sempre qualcuno ad aprire).
Sbrighiamo velocemente tutte le pratiche del check in, pago il conto e ritiro la chiave (a tessera) della camera numero 34.
Prendiamo l'ascensore e saliamo al terzo piano.
L'arredamento è molto particolare, tutto nei toni rosso, nero e bianco. Vi sono quadri sparsi in ogni angolo sempre in queste tonalità.
Design accativante, non c'è che dire.
Entriamo nella stanza usando la tessera elettronica ( ce ne avevano date due,una a testa).
La stanza non si presenta enorme, però è pulita, ordinata e con un arredamento dal design moderno come il resto della struttura.
La finestra da' sul patio interno ed è dotata di doppie tende per oscurare la camera dalla luce e dal vicini dall'altro lato.
Sulla scrivania davanti al letto c'è il televisore e un libro che contiene l'elenco e la descrizione dei vari servizi disponibili nell'hotel, tra cui il noleggio del telo mare: se l'avessi saputo avrei lasciato a casa il mio risparmiando posto sul bagaglio a mano.
Il bagno ha una grandezza nella norma, c'è la vasca/doccia, il lavandino, il water e sorpresa! Anche il bidet!
Nel lavandino è presente un set di cortesia con pettine, fazzoletti, shampoo, bagnoschiuma e saponetta che viene rifornito quotidianamente durante il riassetto.
Vengono cambiati quotidianamente anche gli asciugamani.
La camera in sostanza sarebbe stata perfetta, se non fosse altro per le dimensioni claustrofobiche.
Alla reception abbiamo sempre trovato personale giovane e gentilissimo: ci hanno fornito cartine, consigli e abbiamo comprato direttamente i biglietti per il bus turistico.
La colazione non era compresa nel prezzo e non abbiamo voluto provarla anche perchè veniva consumata nei tre tavolini davanti alla reception e mi pareva poco intimo.Tanto valeva farla in piazza al bar.
La posizione si è rivelata ottima a due passi da plaza Merced, dove c'è anche l'area taxi.
Solo per la spiaggia eravamo un po' scomodi, ma mica si può volere tutto a un tre stelle.
Tra gli altri servizi offerti dalla struttura c'era il noleggio auto tramite europacar, biglietti per il museo Picasso e l'hammam, servizio lavanderia.
Un discreto punto d'appoggio se non si hanno le manie di grandezza

domenica 8 agosto 2010

Malaga Tour

Il Malaga Tour altro non è che uno di quei bus rossi a due piani che ormai si trovano in tutte le città più turistiche d'Europa.
Anche Malaga ha il suo bus rosso che porta i turisti alla scoperta delle maggiori attrazioni turistiche della città.
In questa mia vacanza ho deciso di usufruire anche io del tour guidato alla modica cifra di 16 euro a persona.
Ho acquistato il biglietto , che vale 24 ore, direttamente alla reception dell'hotel in cui alloggiavo, ma è possibile trovarlo in ogni angolo di Malaga, uffici turistici compresi.
Il bus prevede 13 paradas, cioè fermate, e vi è la possibilità di scendere dove si vuole e poi risalire col bus successivo.
L'autista ci ha consegnato gli auricolari monouso quando ha convalidato i nostri biglietti, quindi il primo giro ce lo siamo fatto completo ascoltando quello che l'audioguida diceva.
Posso definirlo proprio un tour della città comodo e poco impegnativo, sopratutto per chi ha il tempo contato.
Le fermate erano alla stazione dei treni, al museo d'arte contemporanea, al porto, al paseo del parque, al paseo de la Ferola, alla spiaggia, alla plaza de Toros, al castello Gibralfaro, al santuario della Vittoria, a piazza Merced, al Teatro Romano, alla Cattedrale e all'Alameda Principal (quest'ultima è il punto di incontro di quasi tutti i bus).
Visto il caldo del periodo è stata una pacchia poter salire al castello in tutta comodità.
Ci siamo fatti anche quattro sane risate quuando il bus passava accanto alle palme e le foglie di quest'ultime prendevano in faccia alcuni turisti poco attenti che sedevano al piano superiore davanti a noi.
Abbiamo fatto un continuo sali e scendi per tutto il giorno, facendo tre volte il giro della città.
I bus ripassavano con la media di 20 minuti circa, quindi erano comodissimi, peccato solamente che l'ultima corsa finisse alle 20:00 perchè sarebbe stato interessante anche un tour notturno.
A mio parere è un opzione ottima per chi si ritrova a dover visitare la città in un asola giornata, però di contro può essere una spesa alta per famiglie di 4-5 persone.
Immancabile la simpatia spagnola anche da parte degli autisti, infatti durante il percorso verso le colline del castello, quando uno scoiattolo ci ha attraversato la strada, io e l'autista ci siamo messi a gridare in coro Mira!Mira! un armadilla! poi ci siamo guardati e abbiamo riso ancora di più.
Sul bus si può ritirare anche la cartina tascabile con tutte le fermate: a mio avviso conviene farle tutte perchè ne vale veramente la pena.

giovedì 29 luglio 2010

La Torre che pende e la piazza dei miracoli

Nel periodo sotto Pasqua sono andata un week end a Firenze, in auto.Tornando indietro abbiamo fatto una sosta a Pisa, perchè io non avevo mai visto Pisa ed ero incuriosita dalla torre e da piazza dei miracoli.

sabato 27 febbraio 2010

sabato 16 gennaio 2010

Con Ryanair si vola...spendendo poco!

La prima volta che ho volato con Ryanair è stato l'anno scorso a luglio, ho beccato un volo andata e ritorno per 10 euro a testa...senza tasse...e vi dico che m'è costato di più il parcheggio che il volo.
Adesso, per chi ancora non lo sapesse, Ryanair ha fatto delle nuove tratte. Io che sono più vicina all'aeroporto di Treviso ho spulciato tra le novità e sono riuscita a prenotare per agosto un volo andata e ritorno per Malaga...per 65 euro tasse incluse...ragazzi dico 65 euro in agosto!!!!!!!!!!!!! Ho scelto Malaga perchè mi affascina molto di più, ma se sceglievo la nuova tratta per Alicante costava meno...quindi se avete voglia di partire ad agosto e avete pochi soldi, meglio che vi fate sotto subito.
Tra le nuove tratte da Treviso compare anche Oslo.
IO con questa compagnia aerea mi sono trovata non bene, benissimo!
Ve la straconsiglio!
Tra l'altro le offerte a basso costo ci sono tutte le settimane, basta saperle cogliere il volo...la mia amica è andata a Londra con 6 centesimi e la settimana prossima va con tutta la famiglia a Barcellona spendendo 6 euro di volo per tutti!

lunedì 11 gennaio 2010

Faro de Jandia

Il faro di Jandia si trova all'estremo sud dell'isola di Fuerteventura, proprio sulla punta.
Per arrivarci bisogna percorrere un tratto di strada sterrata ( e sterrata bene) che parta da Morro Jable.
Praticamente, per un ora, mi sono ritrovata a guidare a rilento e intenta a schivare buche, e alla mia sinistra c'erano le scogliere e le piccole spiaggette.
Inutile dire che non mi sono fermata, sennò io giù al faro non ci arrivavo più.
Ho fatto una sosta breve in un piccolo villaggio di pescatori, che sembrava proprio abbandonato dal resto del mondo e da Dio...proprio uno di quei posti dove va a finire chi vuole e chi deve fuggire dalla società.
Dal villaggio si arriva al faro in breve tempo, è molto vicino.
Si lascia l'auto nel piccolo parcheggio davanti.
Appena arrivati abbiamo trovato una decina di jeep con relativo gruppo, probabilmente un escursione organizzata, ma se ne sono andati via dopo una decina di minuti, quindi il faro era tutto per noi.Il faro non è visibile internamente ma solo esternamente.
Il vento che tira in questa zona è molto forte, e bisogna stare attenti a non scottarsi, il sole brucia che neanche te ne accorgi.
Bellissimo il panorama che si puo' ammirare dalle terrazze che sembrano sospese sul mare.
Lì vicino c'è un sentiero che scende lungo gli scogli e conduce in un posto incantevole dove si vede sbucare il faro tra gli scogli: è uno scorcio talmente bello che viene voglia di prendere un pennello e immortalarlo in un quadro.
In quel frangente mi sono accontentata di immortalarlo con la digitale e ne sono usciti degli scatti molto carini.
Quando non ci sono altri turisti nei paraggi si respira un'aria di quiete assoluta, lontano da tutto e da tutti.
Oggi non c'è più il guardiano che si incarica di far funzionare il faro, è tutto gestito in maniera automatica.
Vale la pena arrivarci comunque, la bellezza del posto appaga di tutte le buche che si affrontano durante il tragitto...con la jeep sarebbe perfetto...ma mi sono accontenta di una semplice opel corsa...a noleggio!

domenica 10 gennaio 2010

La spiaggia di Jesolo Lido

Quella di Jesolo Lido è la spiaggia che ho battuto di più nelle estati della mia giovinezza, non tanto lontana, anzi, ci sto ancora dentro.
Ogni occasione era buona per prendere la corriera assieme alle mie amiche e andare a Jesolo.
In questa spiaggia ci abbiamo dormito anche, perchè all'epoca eravamo squattrinate.
Da qualche anno a questa parte invece se ti beccano aprire uno sdraio di sera ti cacciano...sono finiti i bei tempi!
Ogni tanto ci torno a farci un giro, ed è sempre la stessa, resta immutata nel tempo.
Lunghissima, parte dalla zona pineta e arriva al faro, a desta fiancheggiata da tutte le strutture alberghiere e a sinistra dal mare.
Anche se sono numerose le famiglie che decidono di passarci le vacanze, resta comunque un posto per giovani, pieno di locali notturni e discoteche che ora hanno monopolizzato pezzi di spiaggia.
Di giorno è paradossale: c'è veramente il pienone, infatti alle quattro del pomeriggio non si trova più un buco per piazzare il telo mare.
La prima parte di spiaggia è occupata da ombrelloni e lettini delle strutture alberghiere, mentre la seconda, verso il mare, è di libero dominio.
Inutile dire che chi ama la tranquillità qui farebbe un infarto secco.
La sera è più tranquilla e romantica, ti puoi sedere al limite di uno dei tanti pontili in legno che la caratterizzano e ascoltare le onde del mare e sentire la brezza fresca sul viso.
L'acqua non è proprio cristallina, è lungi da paragonarsi a quella caraibica, stessa cosa vale per la sabbia di colore scuro e grossa.
E' possibile praticare beach volley e noleggiare pedalò e gonfiabili.
Nella zona verso il faro ci sono anche degli artisti che fanno delle creazioni spaziali con la sabbia.
La prima spiaggia non si scorda mai, anche se, senza dubbio, preferisco di gran lunga quelle che ho visto negli anni successivi.
Questa me la tengo buona se devo far baldoria fino a notte fonda, è troppo caotica per pensare a una domenica in relax per prendere il sole!

sabato 9 gennaio 2010

Morro Velosa, Fuerteventura


Il Mirador di Morro Velosa si trova a ovest rispetto a Puerto del Rosario.
Noi ci siamo fermati soltanto perchè si trovava sulla strada che dovevamo fare per raggiungere la spiaggia di Ajuy.
Sinceramente non avrei fatto tutta quella strada soltanto per andare al Mirador.
Tra l'altro mi aspettavo un semplice terrazzino messo in ottima posizione, invece è un vero e proprio edificio non solo dotato di terrazze panoramiche, ma anche di bar, ristorante , servizi pubblici e cannocchiale.
Apro una postilla sul bar: ha i prezzi più economici che io abbia mai trovato in tutta l'isola di Fuerteventura.
Tornando al panorama: in una giornata limpida è un belvedere sicuramente fenomenale, ma noi non abbiamo avuto tutto questa fortuna, e un po' di nuvole in cielo c'erano.
Il vento era fortissimo in tutte le terrazze panoramiche, tanto che tutte le foto che ho fatto sono venute mosse appunto perchè non riuscivo a stare ferma.
Comunque è uno spettacolo vedere il mare restando in mezzo a tutte quelle montagne.
I turisti che vi giungono non sono tantissimi, quindi vi è anche un certo senso di pace.
Attenzione comunque a quando si lascia la macchina nel parcheggio: è una zona ad alto rischio furti quindi bisogna portare con sè tutte le cose di valore e non lasciare nulla nell'auto.
La dritta dell'assistente del mio tour operator ( in certi aspetti una vera frana): andate anche nel mirador più vicino dove ci sono le statue, perchè anche se non c'è un bel panorama ci sono gli armadillas.
Gli armadillas sono gli scoiattoli, che comunque devono avere traslocato, perchè non ne abbiamo visto nemmeno uno.
Poi proseguendo il nostro percorso li abbiamo trovati ugualmente, ma questa è un altra storia e un altro posto che meritano un pezzo a parte.
Tornando al Mirador di Morro Velosa, non lo posso definire una delusione perchè il panorama merita, però vale la sosta solamente se si è per strada.
Sicuramente anche se si va a Fuerteventura per una sola settimana, un giorno dalle parti di Ajuy e di Betancuria lo si programma sicuramente, quindi anche una sosta di mezz'ora a Morro Velosa la si puo' fare.
Che io sappia ci si arriva solo con mezzo proprio, perchè nei dintorni non ho visto nessun mezzo publico.
La strada per arrivarvi è tranquilla, tipico dei posti di montagna, comunque è meglio non superare i limiti di velocità visto che la vigilanza spunta anche dai cespugli!

venerdì 8 gennaio 2010

Arquà Petrarca

Premetto che ho saputo dell'esistenza di Arquà Petrarca solo grazie a Trivago, leggendo un opinione qualche mese fa.
Non essendo lontanissimo ho deciso di andarci un sabato pomeriggio, visto che il tempo prometteva bene.
Arrivarci non è stato difficile, appena fuori dal casello dell'autostrada le vie erano ben indicate e le strade tranquille, tra cui il tratto finale in mezzo alle verdi campagne.
Giunti a destinazione abbiamo lasciato l'auto nel parcheggio a pagamento che si trova appena fuori dal centro storico.
Ci siamo incamminati per il sentiero lastricato e siamo passati sotto ad un arco, che delimita l'ingresso al centro storico.
Una sorta di silenziosa tranquillità è la prima emozione che ho provato, nelle strade non c'era anima viva e l'unica cosa animata da tre vecchietti era l'oratorio della prima chiesa che abbiamo visto.
Questa chiesa era quella arcipretale di Santa Maria Assunta, nel cui sagrato spicca la tomba di Francesco Petrarca, costruita a sei anni dalla sua morte.
Aprendo una postilla, voglio sottolineare il fatto che secondo me questa zona è l'angolo più malinconico del borgo.
Salendo lungo le rampe tortuose si passa in mezzo alle case in pietra bianca, l'una aggrappata all'altra, che sembrano rubate ad un quadro tanto sono perfette, senza il minimo accenno di mondanità.
Ad Arquà Petrarca non è difficile vedere vecchi lavatoi, che oggi come oggi si vedono solo nei presepi, e abbeveratoi per gli animali.
La mia non voleva essere una visita culturale, ma solo una semplice passeggiata pomeridiana, ma quando mi sono trovata nella stradina dove sorge la casa che fu l'ultima residenza del Petrarca, non ho saputo resistere..ho pagato il biglietto e sono entrata.
Di lui restava poco, niente oggetti personali, solo qualche mobile e una sua statua, in compenso dal terrazzo, vedendo tutta la valle intorno, ci si puo' immaginare perchè abbia scelto di vivere qui i suoi ultimi anni...in perfetta tranquillità e armonia con la natura.
Continuando la passeggiata per le strade lastricate ci si imbatte in palazzi e case del Quindicesimo secolo dallo stile gotico veneziano.
Anche i bar hanno mantenuto quello stile da vecchia osteria, seppur comunque con mobilio nuovo.
Non so dire a che posto metterei questo borgo, tra tutti quelli che ho visto..non è ecclatante e nemmeno superlativo, però l'atmosfera che si respira, dà un così senso di pace che lo consiglierei a chi vuole fare una fuga dallo stress del mondo quotidiano e cerchi un posto retrò, dove sembra di rotornare indietro nel tempo di un secolo.

martedì 5 gennaio 2010

Mercatino di Norimberga a Verona


Il dicembre scorso a Verona s'è svolto per la prima volta a Verona il mercatino di Natale di Norimberga.
Questo evento è nato da un progetto dell'amministrazione comunale che prevedeva di portare a Verona un pezzo della tradizione e della cultura di Norimberga.
Ecco allora che per tutto il mese di dicembre in piazza dei Signori spuntano una trentina di tipici chalet in legno.
Era la prima volta che vedevo la città e tutte le piazze sotto l'atmosfera natalizia, ma devo proprio ammettere che il mercatino di Norimberga era di gran lunga l'angolo più suggestivo.
Già lo scenario in cui si trovava faceva la sua bella parte, e vicino alla statua di Dante era stato messo l'albero di Natale.
Negli chalet si trovava un po' di tutto, dalle ghiottonerie ai caldi capi d'abbigliamento.
Quelli più gettonati erano quello del vin brulè e cioccolata calda assieme a quello del pane appena sfornato.
I miei acquisti si sono concentrati sulla cioccolata, infatti ho trovato in uno chalet goloso dei bastoncini di cioccolato ripieni di liquore e allora ne ho preso uno per tipo.
Questa piazza era la più gremita di gente e anche la più carina.
Tutta decorata e addobbata faceva un bell'effetto, sopratutto la Torre dei Lamberti che cambiava colore e gli faceva da sfondo.
Leggendo un po' in giro ho appurato che questo evento è un progetto che l'amministrazione veronese vuole presentare anche negli anni prossimi, magari anche perfezionando la cosa.
Io trovo sia stato un evento molto azzeccato, che arriva a soddisfare la curiosità di quelle persone che ai mercatini di Natale di Norimberga non ci possono andare per vari motivi.
Di questo c'è la praticità che è proprio in centro città e non fa proprio tutto quel freddo che fa nei paesi del Nord, almeno, me lo auguro.
Ovviamente per chi di questi eventi ne ha già visti in tutto il Tirolo, non credo ci siano novità o grandi cambiamenti, però è sempre una cosa carina da vedere.
Insomma, Natale quando arriva...arriva!

lunedì 4 gennaio 2010

Passeig de Gracia

Passeig de Gracia è la via principale del quartiere Eixample, meglio conosciuto come Quadrat d' Or, ovvero ''piazza dorata''visto che rinchiude molti tra i vari edifici modernisti della città.
Proprio in questo viale troviamo anche la ''Mansana de la discordia'', un isolato dove sorgono quattro tra le case moderniste più famose di Barcellona, e cioè Casa Batllò, Casa Morera, Casa Amatller e Casa Mulleras.
Sempre passeggiando per Passeig de Gracia troviamo che fa angolo la Pedrera, o Casa Milà, l'espressione più innovativa del genio Gaudì.
A mio modestissimo parere, questo lunghissimo viale potrebbe essere il preferito delle donne, vista la presenza in gran quantità di negozi eleganti di alta moda tra i quali Chanel, Vitton e tantissimi altri.
Inutile dire che è tutto un brulicare di gente e di traffico.
Anche la sera ha il suo gran bel fascino, quando i lampioni chic di Pere Falques illuminano tutti gli edifici (ho trovato splendida l'illuminazione notturna della Casa Batllò, fa molto effetto).
Nella mia guida leggevo che un tempo, intorno al 1820, in questo viale furono piantate file di alberi per il tratto che da Barcellona portava a Gracia e che successivamente questa passeggiata fu invasa da giardini e teatri all'aperto. Sembra quasi inverosimile visto che oggi ne restano solo le aiule e tutto il resto è cemento lavorato negli stili più fantasiosi.
Sicuramente per me è un gra bel vialone, della serie ''andiamocicon la carta di credito del fidanzato e basta''...
S'incontrano anche vari musei, tipo quello del profumo (molto chic) e quello delle carrozze funebri (molto meno chic).
Anche i bar e i ristoranti qui hanno i loro prezzi modernisti, ovviamente.
Passeig de Gracia è un buon punto di partenza per andare alla scoperta dell' Eixample ed è ben servito dai mezzi pubblici.
Conviene scendere alla fermata della metropolitana proprio davanti a Casa Batllò e poi proseguire a piedi per scoprire tutte le varie attrazioni che vi si concentrano.

sabato 2 gennaio 2010

Sa Seu: La cattedrale.

Sarebbe più giusto chiamare Sa Seu la ''Signora'' Cattedrale data la sua maestosità imponente.
Questa cattedrale gotica, sita nel cuore del Barri Gotic, nasce dalle fondamenta di un tempio romano e di una moschea moresca, intorno al 1300.
Ovviamente venne portata a termine molto più tardi, e cioè agli inizi del ventesimo secolo.
L'interno si presenta con una navata unica, dove si prospettano lateralmente 28 cappelle poste tra colonne che sorreggono il soffitto a volta.
Nella cripta, posta sotto l'altare principale, si trova il sarcofago in alabastro che custodisce le spoglie di Santa Eulalia.
Io non ho fatto un entrata trionfale dalla facciata principale, ma lateralmente passando per i chiostri.
Tutto questo perchè mi ero persa per le vie del quartiere.
Comunque i chiostri sono una delle parti della cattadrale che mi ha estasiato di più.
Vuoi perchè c'era una luce bellissima a illuminarli, vuoi perchè erano curatissimi...comunque sono veramente degni di nota, con le loro piante, le fontane, le oche e i cigni.
Ovviamente anche l'interno è degno di merito: la mia prima sensazione è stata quasi di capogiro, tanto è lo spazio che svetta verso l'alto, mi sentivo piccolissima.
La facciata esterna è maestosa e decorata in pompa magna: nonostante ci fosse un pezzo coperto dalle impalcature, riusciva a trasudare lo stesso tutta la sua magnificenza, data anche dalle due torri ottagonali che spiccano.
In confronto le altre facciate risultano molto più sobrie.
Se la Cattedrale di Sa Seu risulta essere il maggior luogo di culto di Barcellona, le motivazioni ci sono tutte.
Un po' perchè mi piace questo stile gotico, un po' per la sua maestosità, a me questa cattedrale è piaciuta non poco.
E nonostante l'afflusso continuo di gente si riesce comunque ad apprezzarne ogni singola parte.
Anche chi non ama mettere gli edifici di culto come priorità nei propri viaggi, questo posto non lo puo' comunque escludere.
Una visitina anche veloce ci sta sempre bene, vi do la mia parola che non ve ne pentirete!

venerdì 1 gennaio 2010

El Raval, sempre a Barcellona

El Raval è la zona,o quartiere, che m'è piaciuta meno di Barcellona e poi vi fornisco i dettagli del perchè.
Un tempo vi sorgeva il quartiere cinese, zona a luci rosse, che per secoli ha raccolto bische clandestine, prostituzione e traffici poco limpidi.Una zona abbastanza vivace a quei tempi dove la sera venivano presi d'assalto cabaret e taverne.
Oggi di quei posti vagamente equivoci resta solo un po' d'atmosfera e null'altro.
Io mi ci sono imbattuta per andare a vedere Palau Guell, opera nota di Gaudì.
Mi sono poi incamminata per qualche viuzza e da brava curiosa sono andata dentro in uno di quei postacci che a suo tempo poteva benissimo essere un cabaret: beh ragazzi, dietro al banco una donna dall'età infinita che serviva e ai tavoli sei sette vecchietti dall'aspetto duro, nell'aria un odore rancido che ti toglieva il fiato.
Appoggiarsi al bancone voleva dire tirar su l'unto vischioso che vi si era incrostato.
Ho preso una lattina di coca cola sigillata e me ne sono uscita.
Dall'altra parte della strada un giovane vagabondo se ne dormiva vicino ai cassonetti dell'immondizia col suo cane...passano i poliziotti, lo svegliano e in tutta risposta lui si gira dall'altra parte e se ne torna a dormire.
Continuando a errare per questo vecchio quartiere si trova il vecchio ospedale di Santa Creu, che oggi ospita la biblioeteca di Catalunya, la chiesa romanica di Sant Pau del Camp, il museo d'arte contemporanea e il museo marittimo.
Dal mio punto di vista non è un quartiere animato, anzi, mi ha dato l'impressione di qualcosa di desolato, dall'aria poco salubre, un non so chè di bruttino, che ti porta a ritornare sui passi fatti.
Tra l'altro anche la via dove ho visto Palau Guell era tutta un cantiere, poco invitante per un turista.
Chissà che di sera magari di animi un po'...però non mi ha fatto voglia tornarci in serata.
Come posto non m'è proprio garbato.