martedì 16 novembre 2010

La spiaggia di Juan Le Pins

Devo ammettere che le spiagge che ho visto in Costa Azzurra durante la settimana di Ferragosto non temono il confronto con quelle della riviera adriatica.
Peccato che il confronto sia riferito alla massa turistica che occupa ogni centimetro cubo della spiaggia.
Mi riferisco in questo caso alla spiaggia di Juan Le Pins, ma la stessa opinione potrei scriverla anche per le spiagge di Antibes.
Sapevo che Juan Le Pins era una località balneare molto battuta, ma non credevo fosse così paradossale.
La spiaggia in questione non è proprio piccola valutandola nel senso della lunghezza, anche perchè mi sembrava di aver letto sulla guida EDT che fosse lunga tre chilometri, non pochi quindi.
Ma è larga dieci passi: dieci passi fino all'acqua che però diventano un'avventura spaventosa visto che ci sono teli mare ovunque.
Tra un persona e l'altra non c'è libertà di movimento.
Tra me e me ho pensato che fosse la soluzione ideale per chi vuole conoscere gente nuova o farsi gli affari del vicino.
La cosa più assurda sono i pontili che sono stati creati dai bar con lo scopo di accogliere i clienti: ecco che allora con 20 euro al giorno hai il tuo sdraio e il tuo ombrellone, ma sempre sopra il pontile devi stare.
La spiaggia è un mix di sabbia e sassi, comunque sempre coperta dai teli mare.
L'acqua non era male, ha comunque sempre l'azzurro intenso da cui prende il nome la costa.
Prezzi non proprio a favore dei turisti, sia per quanto riguarda i noleggi delle attrezzature varie, sia nei locali.
Avevo con me il costume visto che avevo messo in preventivo una giornata di relax al mare..ma quando ho visto la spiaggia ho capito che addentrarsi in quel caos voleva dire stressarsi, altro che rilassarsi.
Ho optato per una passeggiata sul lungomare e una coppa di gelato in centro.
A meno che non siate amanti del caos, questa spiaggia è proprio da evitare, sopratutto nella settimana di ferragosto.
Tra l'altro è stato anche difficile trovare un posto dove lasciare l'auto.

venerdì 12 novembre 2010

Notre Dame de la Garde

Siamo a Marsiglia, nella zona del porto vecchio che aspettiamo che il bus turistico che fa il giro della città si decida a partire.
Una leggere pioggerellina estiva ci accompagna da quando siamo arrivati.
Continuiamo a guardare lassù, verso la collina de la Garde: è alta e se andiamo a piedi arriviamo sfinacati...meglio aspettare il bus.
Dopo un' ora il bus turistico decide che è ora di partire.
Durante la salita anche l'autobus arranca, non a caso la chiesa di Notre Dame de la Garde si trova su una collina alta 154 metri.
Da sempre questa collina è stata punto d'osservazione : in tempi preistorici era un posto di vedetta, nel quindicesimo secolo fu eretto un forte per volere di Francesco I come difesa marittima di Marsiglia.
Oggi non è solo un simbolo sacro, ma è proprio il simbolo che domina Marsiglia.
Notre Dame de la Garde nasce come santuario che nel corso degli anni viene ampliato fino a diventare una basilica per poter ricevere il grande afflusso di pellegrini che la visitano.
Questa basilica si presenta con uno stile romanico-bizantino e si compone in due parti: la cripta, con volta ad arco, e il santuario consacrato alla Vergine.
La cosa che più affascina dal mio punto di vista è la policromia delle pietre e tutti gli archi che svettano verso il soffitto, artisticamente parlando.
Dal fattore culto invece quello che mi è rimasto più impresso è l'abbondanza degli ex-voto della cripta: decine e decine di targhe con ringraziamenti o richieste di protezione da parte dei marsigliesi.
Non ne avevo mai viste così tante messe insieme e una buona parte veniva da marinai che chiedevano la protezione della propria nave e di tutto l'equipaggio.
Praticamente una sorta vera e propria di collezione.
Nle piazzale davanti alla basilica ogni singolo turista rimane incantato dal panorama spettacolare che si ha sulla città.
Da qui consiglio di scendere a piedi verso il porto e lanciarsi alla scoperta delle vie e viette marsigliesi.

L'entrata alla Basilica è gratuita e vi sono ascensori per permettere l'accesso anche alle persone disabili.