sabato 16 gennaio 2010

Con Ryanair si vola...spendendo poco!

La prima volta che ho volato con Ryanair è stato l'anno scorso a luglio, ho beccato un volo andata e ritorno per 10 euro a testa...senza tasse...e vi dico che m'è costato di più il parcheggio che il volo.
Adesso, per chi ancora non lo sapesse, Ryanair ha fatto delle nuove tratte. Io che sono più vicina all'aeroporto di Treviso ho spulciato tra le novità e sono riuscita a prenotare per agosto un volo andata e ritorno per Malaga...per 65 euro tasse incluse...ragazzi dico 65 euro in agosto!!!!!!!!!!!!! Ho scelto Malaga perchè mi affascina molto di più, ma se sceglievo la nuova tratta per Alicante costava meno...quindi se avete voglia di partire ad agosto e avete pochi soldi, meglio che vi fate sotto subito.
Tra le nuove tratte da Treviso compare anche Oslo.
IO con questa compagnia aerea mi sono trovata non bene, benissimo!
Ve la straconsiglio!
Tra l'altro le offerte a basso costo ci sono tutte le settimane, basta saperle cogliere il volo...la mia amica è andata a Londra con 6 centesimi e la settimana prossima va con tutta la famiglia a Barcellona spendendo 6 euro di volo per tutti!

lunedì 11 gennaio 2010

Faro de Jandia

Il faro di Jandia si trova all'estremo sud dell'isola di Fuerteventura, proprio sulla punta.
Per arrivarci bisogna percorrere un tratto di strada sterrata ( e sterrata bene) che parta da Morro Jable.
Praticamente, per un ora, mi sono ritrovata a guidare a rilento e intenta a schivare buche, e alla mia sinistra c'erano le scogliere e le piccole spiaggette.
Inutile dire che non mi sono fermata, sennò io giù al faro non ci arrivavo più.
Ho fatto una sosta breve in un piccolo villaggio di pescatori, che sembrava proprio abbandonato dal resto del mondo e da Dio...proprio uno di quei posti dove va a finire chi vuole e chi deve fuggire dalla società.
Dal villaggio si arriva al faro in breve tempo, è molto vicino.
Si lascia l'auto nel piccolo parcheggio davanti.
Appena arrivati abbiamo trovato una decina di jeep con relativo gruppo, probabilmente un escursione organizzata, ma se ne sono andati via dopo una decina di minuti, quindi il faro era tutto per noi.Il faro non è visibile internamente ma solo esternamente.
Il vento che tira in questa zona è molto forte, e bisogna stare attenti a non scottarsi, il sole brucia che neanche te ne accorgi.
Bellissimo il panorama che si puo' ammirare dalle terrazze che sembrano sospese sul mare.
Lì vicino c'è un sentiero che scende lungo gli scogli e conduce in un posto incantevole dove si vede sbucare il faro tra gli scogli: è uno scorcio talmente bello che viene voglia di prendere un pennello e immortalarlo in un quadro.
In quel frangente mi sono accontentata di immortalarlo con la digitale e ne sono usciti degli scatti molto carini.
Quando non ci sono altri turisti nei paraggi si respira un'aria di quiete assoluta, lontano da tutto e da tutti.
Oggi non c'è più il guardiano che si incarica di far funzionare il faro, è tutto gestito in maniera automatica.
Vale la pena arrivarci comunque, la bellezza del posto appaga di tutte le buche che si affrontano durante il tragitto...con la jeep sarebbe perfetto...ma mi sono accontenta di una semplice opel corsa...a noleggio!

domenica 10 gennaio 2010

La spiaggia di Jesolo Lido

Quella di Jesolo Lido è la spiaggia che ho battuto di più nelle estati della mia giovinezza, non tanto lontana, anzi, ci sto ancora dentro.
Ogni occasione era buona per prendere la corriera assieme alle mie amiche e andare a Jesolo.
In questa spiaggia ci abbiamo dormito anche, perchè all'epoca eravamo squattrinate.
Da qualche anno a questa parte invece se ti beccano aprire uno sdraio di sera ti cacciano...sono finiti i bei tempi!
Ogni tanto ci torno a farci un giro, ed è sempre la stessa, resta immutata nel tempo.
Lunghissima, parte dalla zona pineta e arriva al faro, a desta fiancheggiata da tutte le strutture alberghiere e a sinistra dal mare.
Anche se sono numerose le famiglie che decidono di passarci le vacanze, resta comunque un posto per giovani, pieno di locali notturni e discoteche che ora hanno monopolizzato pezzi di spiaggia.
Di giorno è paradossale: c'è veramente il pienone, infatti alle quattro del pomeriggio non si trova più un buco per piazzare il telo mare.
La prima parte di spiaggia è occupata da ombrelloni e lettini delle strutture alberghiere, mentre la seconda, verso il mare, è di libero dominio.
Inutile dire che chi ama la tranquillità qui farebbe un infarto secco.
La sera è più tranquilla e romantica, ti puoi sedere al limite di uno dei tanti pontili in legno che la caratterizzano e ascoltare le onde del mare e sentire la brezza fresca sul viso.
L'acqua non è proprio cristallina, è lungi da paragonarsi a quella caraibica, stessa cosa vale per la sabbia di colore scuro e grossa.
E' possibile praticare beach volley e noleggiare pedalò e gonfiabili.
Nella zona verso il faro ci sono anche degli artisti che fanno delle creazioni spaziali con la sabbia.
La prima spiaggia non si scorda mai, anche se, senza dubbio, preferisco di gran lunga quelle che ho visto negli anni successivi.
Questa me la tengo buona se devo far baldoria fino a notte fonda, è troppo caotica per pensare a una domenica in relax per prendere il sole!

sabato 9 gennaio 2010

Morro Velosa, Fuerteventura


Il Mirador di Morro Velosa si trova a ovest rispetto a Puerto del Rosario.
Noi ci siamo fermati soltanto perchè si trovava sulla strada che dovevamo fare per raggiungere la spiaggia di Ajuy.
Sinceramente non avrei fatto tutta quella strada soltanto per andare al Mirador.
Tra l'altro mi aspettavo un semplice terrazzino messo in ottima posizione, invece è un vero e proprio edificio non solo dotato di terrazze panoramiche, ma anche di bar, ristorante , servizi pubblici e cannocchiale.
Apro una postilla sul bar: ha i prezzi più economici che io abbia mai trovato in tutta l'isola di Fuerteventura.
Tornando al panorama: in una giornata limpida è un belvedere sicuramente fenomenale, ma noi non abbiamo avuto tutto questa fortuna, e un po' di nuvole in cielo c'erano.
Il vento era fortissimo in tutte le terrazze panoramiche, tanto che tutte le foto che ho fatto sono venute mosse appunto perchè non riuscivo a stare ferma.
Comunque è uno spettacolo vedere il mare restando in mezzo a tutte quelle montagne.
I turisti che vi giungono non sono tantissimi, quindi vi è anche un certo senso di pace.
Attenzione comunque a quando si lascia la macchina nel parcheggio: è una zona ad alto rischio furti quindi bisogna portare con sè tutte le cose di valore e non lasciare nulla nell'auto.
La dritta dell'assistente del mio tour operator ( in certi aspetti una vera frana): andate anche nel mirador più vicino dove ci sono le statue, perchè anche se non c'è un bel panorama ci sono gli armadillas.
Gli armadillas sono gli scoiattoli, che comunque devono avere traslocato, perchè non ne abbiamo visto nemmeno uno.
Poi proseguendo il nostro percorso li abbiamo trovati ugualmente, ma questa è un altra storia e un altro posto che meritano un pezzo a parte.
Tornando al Mirador di Morro Velosa, non lo posso definire una delusione perchè il panorama merita, però vale la sosta solamente se si è per strada.
Sicuramente anche se si va a Fuerteventura per una sola settimana, un giorno dalle parti di Ajuy e di Betancuria lo si programma sicuramente, quindi anche una sosta di mezz'ora a Morro Velosa la si puo' fare.
Che io sappia ci si arriva solo con mezzo proprio, perchè nei dintorni non ho visto nessun mezzo publico.
La strada per arrivarvi è tranquilla, tipico dei posti di montagna, comunque è meglio non superare i limiti di velocità visto che la vigilanza spunta anche dai cespugli!

venerdì 8 gennaio 2010

Arquà Petrarca

Premetto che ho saputo dell'esistenza di Arquà Petrarca solo grazie a Trivago, leggendo un opinione qualche mese fa.
Non essendo lontanissimo ho deciso di andarci un sabato pomeriggio, visto che il tempo prometteva bene.
Arrivarci non è stato difficile, appena fuori dal casello dell'autostrada le vie erano ben indicate e le strade tranquille, tra cui il tratto finale in mezzo alle verdi campagne.
Giunti a destinazione abbiamo lasciato l'auto nel parcheggio a pagamento che si trova appena fuori dal centro storico.
Ci siamo incamminati per il sentiero lastricato e siamo passati sotto ad un arco, che delimita l'ingresso al centro storico.
Una sorta di silenziosa tranquillità è la prima emozione che ho provato, nelle strade non c'era anima viva e l'unica cosa animata da tre vecchietti era l'oratorio della prima chiesa che abbiamo visto.
Questa chiesa era quella arcipretale di Santa Maria Assunta, nel cui sagrato spicca la tomba di Francesco Petrarca, costruita a sei anni dalla sua morte.
Aprendo una postilla, voglio sottolineare il fatto che secondo me questa zona è l'angolo più malinconico del borgo.
Salendo lungo le rampe tortuose si passa in mezzo alle case in pietra bianca, l'una aggrappata all'altra, che sembrano rubate ad un quadro tanto sono perfette, senza il minimo accenno di mondanità.
Ad Arquà Petrarca non è difficile vedere vecchi lavatoi, che oggi come oggi si vedono solo nei presepi, e abbeveratoi per gli animali.
La mia non voleva essere una visita culturale, ma solo una semplice passeggiata pomeridiana, ma quando mi sono trovata nella stradina dove sorge la casa che fu l'ultima residenza del Petrarca, non ho saputo resistere..ho pagato il biglietto e sono entrata.
Di lui restava poco, niente oggetti personali, solo qualche mobile e una sua statua, in compenso dal terrazzo, vedendo tutta la valle intorno, ci si puo' immaginare perchè abbia scelto di vivere qui i suoi ultimi anni...in perfetta tranquillità e armonia con la natura.
Continuando la passeggiata per le strade lastricate ci si imbatte in palazzi e case del Quindicesimo secolo dallo stile gotico veneziano.
Anche i bar hanno mantenuto quello stile da vecchia osteria, seppur comunque con mobilio nuovo.
Non so dire a che posto metterei questo borgo, tra tutti quelli che ho visto..non è ecclatante e nemmeno superlativo, però l'atmosfera che si respira, dà un così senso di pace che lo consiglierei a chi vuole fare una fuga dallo stress del mondo quotidiano e cerchi un posto retrò, dove sembra di rotornare indietro nel tempo di un secolo.

martedì 5 gennaio 2010

Mercatino di Norimberga a Verona


Il dicembre scorso a Verona s'è svolto per la prima volta a Verona il mercatino di Natale di Norimberga.
Questo evento è nato da un progetto dell'amministrazione comunale che prevedeva di portare a Verona un pezzo della tradizione e della cultura di Norimberga.
Ecco allora che per tutto il mese di dicembre in piazza dei Signori spuntano una trentina di tipici chalet in legno.
Era la prima volta che vedevo la città e tutte le piazze sotto l'atmosfera natalizia, ma devo proprio ammettere che il mercatino di Norimberga era di gran lunga l'angolo più suggestivo.
Già lo scenario in cui si trovava faceva la sua bella parte, e vicino alla statua di Dante era stato messo l'albero di Natale.
Negli chalet si trovava un po' di tutto, dalle ghiottonerie ai caldi capi d'abbigliamento.
Quelli più gettonati erano quello del vin brulè e cioccolata calda assieme a quello del pane appena sfornato.
I miei acquisti si sono concentrati sulla cioccolata, infatti ho trovato in uno chalet goloso dei bastoncini di cioccolato ripieni di liquore e allora ne ho preso uno per tipo.
Questa piazza era la più gremita di gente e anche la più carina.
Tutta decorata e addobbata faceva un bell'effetto, sopratutto la Torre dei Lamberti che cambiava colore e gli faceva da sfondo.
Leggendo un po' in giro ho appurato che questo evento è un progetto che l'amministrazione veronese vuole presentare anche negli anni prossimi, magari anche perfezionando la cosa.
Io trovo sia stato un evento molto azzeccato, che arriva a soddisfare la curiosità di quelle persone che ai mercatini di Natale di Norimberga non ci possono andare per vari motivi.
Di questo c'è la praticità che è proprio in centro città e non fa proprio tutto quel freddo che fa nei paesi del Nord, almeno, me lo auguro.
Ovviamente per chi di questi eventi ne ha già visti in tutto il Tirolo, non credo ci siano novità o grandi cambiamenti, però è sempre una cosa carina da vedere.
Insomma, Natale quando arriva...arriva!

lunedì 4 gennaio 2010

Passeig de Gracia

Passeig de Gracia è la via principale del quartiere Eixample, meglio conosciuto come Quadrat d' Or, ovvero ''piazza dorata''visto che rinchiude molti tra i vari edifici modernisti della città.
Proprio in questo viale troviamo anche la ''Mansana de la discordia'', un isolato dove sorgono quattro tra le case moderniste più famose di Barcellona, e cioè Casa Batllò, Casa Morera, Casa Amatller e Casa Mulleras.
Sempre passeggiando per Passeig de Gracia troviamo che fa angolo la Pedrera, o Casa Milà, l'espressione più innovativa del genio Gaudì.
A mio modestissimo parere, questo lunghissimo viale potrebbe essere il preferito delle donne, vista la presenza in gran quantità di negozi eleganti di alta moda tra i quali Chanel, Vitton e tantissimi altri.
Inutile dire che è tutto un brulicare di gente e di traffico.
Anche la sera ha il suo gran bel fascino, quando i lampioni chic di Pere Falques illuminano tutti gli edifici (ho trovato splendida l'illuminazione notturna della Casa Batllò, fa molto effetto).
Nella mia guida leggevo che un tempo, intorno al 1820, in questo viale furono piantate file di alberi per il tratto che da Barcellona portava a Gracia e che successivamente questa passeggiata fu invasa da giardini e teatri all'aperto. Sembra quasi inverosimile visto che oggi ne restano solo le aiule e tutto il resto è cemento lavorato negli stili più fantasiosi.
Sicuramente per me è un gra bel vialone, della serie ''andiamocicon la carta di credito del fidanzato e basta''...
S'incontrano anche vari musei, tipo quello del profumo (molto chic) e quello delle carrozze funebri (molto meno chic).
Anche i bar e i ristoranti qui hanno i loro prezzi modernisti, ovviamente.
Passeig de Gracia è un buon punto di partenza per andare alla scoperta dell' Eixample ed è ben servito dai mezzi pubblici.
Conviene scendere alla fermata della metropolitana proprio davanti a Casa Batllò e poi proseguire a piedi per scoprire tutte le varie attrazioni che vi si concentrano.

sabato 2 gennaio 2010

Sa Seu: La cattedrale.

Sarebbe più giusto chiamare Sa Seu la ''Signora'' Cattedrale data la sua maestosità imponente.
Questa cattedrale gotica, sita nel cuore del Barri Gotic, nasce dalle fondamenta di un tempio romano e di una moschea moresca, intorno al 1300.
Ovviamente venne portata a termine molto più tardi, e cioè agli inizi del ventesimo secolo.
L'interno si presenta con una navata unica, dove si prospettano lateralmente 28 cappelle poste tra colonne che sorreggono il soffitto a volta.
Nella cripta, posta sotto l'altare principale, si trova il sarcofago in alabastro che custodisce le spoglie di Santa Eulalia.
Io non ho fatto un entrata trionfale dalla facciata principale, ma lateralmente passando per i chiostri.
Tutto questo perchè mi ero persa per le vie del quartiere.
Comunque i chiostri sono una delle parti della cattadrale che mi ha estasiato di più.
Vuoi perchè c'era una luce bellissima a illuminarli, vuoi perchè erano curatissimi...comunque sono veramente degni di nota, con le loro piante, le fontane, le oche e i cigni.
Ovviamente anche l'interno è degno di merito: la mia prima sensazione è stata quasi di capogiro, tanto è lo spazio che svetta verso l'alto, mi sentivo piccolissima.
La facciata esterna è maestosa e decorata in pompa magna: nonostante ci fosse un pezzo coperto dalle impalcature, riusciva a trasudare lo stesso tutta la sua magnificenza, data anche dalle due torri ottagonali che spiccano.
In confronto le altre facciate risultano molto più sobrie.
Se la Cattedrale di Sa Seu risulta essere il maggior luogo di culto di Barcellona, le motivazioni ci sono tutte.
Un po' perchè mi piace questo stile gotico, un po' per la sua maestosità, a me questa cattedrale è piaciuta non poco.
E nonostante l'afflusso continuo di gente si riesce comunque ad apprezzarne ogni singola parte.
Anche chi non ama mettere gli edifici di culto come priorità nei propri viaggi, questo posto non lo puo' comunque escludere.
Una visitina anche veloce ci sta sempre bene, vi do la mia parola che non ve ne pentirete!

venerdì 1 gennaio 2010

El Raval, sempre a Barcellona

El Raval è la zona,o quartiere, che m'è piaciuta meno di Barcellona e poi vi fornisco i dettagli del perchè.
Un tempo vi sorgeva il quartiere cinese, zona a luci rosse, che per secoli ha raccolto bische clandestine, prostituzione e traffici poco limpidi.Una zona abbastanza vivace a quei tempi dove la sera venivano presi d'assalto cabaret e taverne.
Oggi di quei posti vagamente equivoci resta solo un po' d'atmosfera e null'altro.
Io mi ci sono imbattuta per andare a vedere Palau Guell, opera nota di Gaudì.
Mi sono poi incamminata per qualche viuzza e da brava curiosa sono andata dentro in uno di quei postacci che a suo tempo poteva benissimo essere un cabaret: beh ragazzi, dietro al banco una donna dall'età infinita che serviva e ai tavoli sei sette vecchietti dall'aspetto duro, nell'aria un odore rancido che ti toglieva il fiato.
Appoggiarsi al bancone voleva dire tirar su l'unto vischioso che vi si era incrostato.
Ho preso una lattina di coca cola sigillata e me ne sono uscita.
Dall'altra parte della strada un giovane vagabondo se ne dormiva vicino ai cassonetti dell'immondizia col suo cane...passano i poliziotti, lo svegliano e in tutta risposta lui si gira dall'altra parte e se ne torna a dormire.
Continuando a errare per questo vecchio quartiere si trova il vecchio ospedale di Santa Creu, che oggi ospita la biblioeteca di Catalunya, la chiesa romanica di Sant Pau del Camp, il museo d'arte contemporanea e il museo marittimo.
Dal mio punto di vista non è un quartiere animato, anzi, mi ha dato l'impressione di qualcosa di desolato, dall'aria poco salubre, un non so chè di bruttino, che ti porta a ritornare sui passi fatti.
Tra l'altro anche la via dove ho visto Palau Guell era tutta un cantiere, poco invitante per un turista.
Chissà che di sera magari di animi un po'...però non mi ha fatto voglia tornarci in serata.
Come posto non m'è proprio garbato.